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# 19 – Indagine ad altro rischio

 

di Carmelo Mobilia

 

 

 

In qualsiasi momento della giornata, se entrate nell’ufficio della “Drew & McCabe Investigazioni” non potrete non avvertire l’aroma di caffè. La mattina per via della colazione, poi c’è il caffè del dopo pranzo, quello del break del pomeriggio e infine anche quello della sera, per quando si fanno le ore piccole. Lindsay McCabe, mentre digitava sulla tastiera del computer, stava infatti sorseggiando dalla sua tazza la suddetta bevanda. Era un’abitudine a cui non riusciva (e non voleva) sottrarsi. Il suo ristoro venne interrotto dal bussare alla sua porta. Andò ad aprire ai potenziali clienti: erano due uomini alti e ben piazzati, che indossavano occhiali da sole. Uno era bianco, capelli scuri, l’altro di colore.

<Lei è Lindsay McCabe, la titolare?> chiese quest’ultimo.

<Si... una delle due.>

<Bene ... dobbiamo parlarle signorina.> e mentre chiudevano la porta dietro di se, Lindsay capì quali fossero le loro intenzioni.

 

Forest Hill.

 

Sarà capitato anche a voi di avere 500 canali sulla TV via cavo e non avere niente da vedere. E’ quello che stava capitando a Ben Reilly e Helen Spacey quella sera. Lei era sdraiata sul divano con la testa appoggiata alla spalla di lui.

<Una volta che sono a casa e alla tele non c’è nulla da vedere!> disse Ben facendo zapping con il telecomando <Ma che lo paghiamo a fare l’abbonamento? Considerando quanto la vedo io, poi...>

<Si ma a me fa compagnia quando te ne vai per la città appeso alle tue tele, quindi la TV rimane ... uh, lascia qui!>

<E che cos’è, sto film? Avrà almeno cinquant’anni ...>

<47. S’intitola Django. E’ di un regista italiano. Mi padre adorava gli spaghetti western.>

<Ah, come quello di Tarantino che deve uscire?>

<Si ... o meglio, no.  La storia è differente, ma è un evidente omaggio al genere.  A proposito, andiamo a vederlo?>

<Si. Venerdì al mio giorno libero. Cena fuori e poi cinema ok?>

<Grande.> gli rispose sorridendo.  Ben la fissò, intenta a guardare il film. Era così felice di vederla così serena e tranquilla, ricordando i mesi precedenti in cui era perennemente depressa e taciturna dopo la vicenda dello stupro.

<Che c’è?> chiese lei.

<Nulla.... guardavo i tuoi capelli. Ti stanno davvero bene, tesoro. Sei bellissima con quel caschetto nero. >

<Grazie.>  girò la testa e gli porse le labbra. Non appena quelle di Ben toccarono le sue però sentirono suonare alla porta.

<Aspetti qualcuno?> disse Helen.

<No ... e i colleghi mi chiamerebbero al cellulare. Mi chiedo chi possa essere a quest’ora.>

Aprì la porta e vide Jessica Drew, che lui sapeva essere la Donna Ragno, con sul volto un’espressione a dir poco cupa.

<Ben, scusa l’orario. Devo parlarti.>

<Jessica.... entra pure. Scusa è che non mi aspettavo di vederti.>

<Signorina Drew ... che sorpresa.>

<Miss Spacey. Spero di non aver interrotto nulla.>

<No, stavamo guardando la televisione. Io ... non sapevo che voi vi conosceste.>

<Si beh come sai Jessica è una detective privata. Spesso le sue indagini coincidono con le nostre.>

<Le chiedo scusa se le ho guastato la serata, Helen, ma ho assoluta necessità di parlare con il suo fidanzato.>

<Ho capito, vi lascio soli; me ne vado in camera da letto. Mi saluti tanto la signorina McCabe.>

A sentirne il nome Jessica trasalì.

<Allora Jessica, di che si tratta?>

<Di Lindsay appunto. E’ stata aggredita e stuprata nel nostro ufficio a causa delle mie indagini su Hobgoblin.>

<Dio ... ne sei certa?>

<Si ... è l’unica cosa che è riuscita a rivelarmi tra le lacrime. Le hanno detto chiaramente che dovevo smetterla di fare domande e di non ficcare il naso, proprio mentre ero a New York a cercare indizi su quel bastardo col cappuccio.>

<Dannazione. Sono stato io a chiederti di indagare. E’ tutta colpa mia.>

<Piantala,non è il momento dei piagnistei. Ecco quanto abbiamo scoperto io e Peter: pare che Kingsley non centri nulla. Lo abbiamo interrogato e sembrava onesto. L’attrezzatura di Hobgoblin è stata venduta da uno che si fa chiamare Jack il matto a due tizi di nome Perkins e Buckler. Dobbiamo trovarli a farci dire a chi l’hanno venduta e poi fargli ingoiare tutti i denti!>

<Perkins e Buckler, hai detto?>

<Si. Li conosci?>

<Si ... ma purtroppo non ho buone notizie. Mi pare di ricordare che c’è un fascicolo della omicidi con quei nomi.>

<Merda!> esclamò stizzita < Siamo di nuovo punto e a capo. Quel maledetto  Hobgoblin è un passo davanti a noi!>

<Non disperare, è comunque una pista... per quanto tiepida. Possiamo far delle ricerche su di loro e vedere quali giri frequentavano.>

<Hai ragione...dobbiamo saperne di più. Alla omicidi c’è ancora Bree Morrell?>

<Si.>

<Bene. Mi conosce. La contatterò. Inoltre posso chiedere aiuto ad un altro mio amico che bazzica i bassifondi ....>

Quando Jessica uscì di casa, Helen tornò in soggiorno.

<E’ successo qualcosa di grave?>

<Beh.... no, no. Voleva solo alcune informazioni relative ad un caso, nulla d’importante.>

<Ben, sei il peggiore bugiardo che conosca. Davvero, inventatene un’altra. Non sarebbe venuta qui a quest’ora, altrimenti.>

<Non voglio parlartene, Helen. >

<Non sono più una ragazzina, sai? Allora, cos’è successo?>

<La sua socia, quella Lindsay. Pare sia stata aggredita.>

Helen non disse nient’altro. Ben credeva che la notizia l’avesse sconvolta, ma c’era dell’altro: Lindsay McCabe l’aveva aiutata a rintracciare gli uomini che l’avevano violentata. Adesso era lei ad aver subito una violenza simile. Adesso quindi era il suo turno di aiutare. Lei e Jen Cooke sarebbero andate a trovarla al più presto per darle tutto il sostegno di cui avrebbe avuto bisogno.

 

Periferia di San Francisco.

 

Questa vecchia fabbrica di periferia era chiusa da talmente tanto tempo che nessuno ormai si ricordava cosa si producesse qui. Era ben noto – seppur a pochissimi – cosa invece veniva prodotto adesso nel capannone abbandonato sul retro: OCM. Acronimo di “ormone di crescita mutante”, la nuova micidiale droga del 21esimo secolo. Gli uomini di colui che si faceva chiamare il “Signore del Crimine” portavano qui i camion  pieni di “roba” da lavorare chimicamente.

<Ehi Sully ce ne hai messo di tempo, cazzo ...>

<Dai Enriques non darmi il tormento... riempire il camion di roba non è stato facile. Piuttosto di ai tuoi uomini di venire qui a darmi una mano...> appena Sully apri il retro del camion, la prima cosa che vide fu il teschio che spiccava nell’oscurità. La seconda, invece, fu la mitragliatrice minigun che teneva fra le braccia.

<OH MIO DIO!!!!! E’ IL PUNITORE!> furono le ultime parole che si udirono, poi l’assordante rumore dei 4000 colpi al minuto che l’M134 Vulcan emetteva risuonava nel capannone. Quelli che fino a poco prima erano uomini grandi e grossi vennero ridotti in poltiglia, letteralmente fatti a pezzi. Definirla “strage” era riduttivo: una scena di una violenza inaudita, un massacro visto solo nelle trincee belliche. Dei 20 narcotrafficanti presenti rimasero solamente pezzi di membra sparsi ovunque, immersi in un lago di sangue. Frank Castle rimase qualche secondo a contemplare il suo lavoro, mentre l’aria si riempiva di polvere da sparo e del girare a vuoto delle canne del minigun;benché nessuna espressione apparisse sul suo impassibile volto, si riteneva soddisfatto.

Diario di guerra del Punitore. Sono venuto fin qui a San Francisco per eliminare il traffico di OCM. Stando agli spacciatori che ho strapazzato a New York, è questo il centro nevralgico da cui parte questa robaccia che si sta spargendo a macchia d’olio in tutto il paese. Dovevo agire tempestivamente. Non mi va proprio che qualche tossico a cui sto sparando inizi a sparare laser dagli occhi o stronzate del genere. No, questa storia deve finire.

 

Ben lontana dal luogo del massacro, Sabrina Morrell tornava a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Negli ultimi mesi i delitti erano aumentati , sembrava che la città fosse impazzita e questo significava per la tenente della squadra omicidi fare le ore piccole e dormire poco. Entrava nel suo appartamento, poco ordinato, a dir la verità, per appartenere ad una donna e non appena posò la borsetta e si tolse la giacca sentì picchiettare alla finestra.

<TU!> esclamò sorpresa.

<Si, io. Fammi entrare.>

Erano anni che Bree non vedeva Jessica Drew nei panni della Donna Ragno, per quanto sapesse che era tornata in azione.

< Il costume ti sta ancora bene, vedo. Cosa ti porta qui?.>

<Circostanze straordinarie, Bree. E’ per via di Lindsay. E’ stata aggredita nel nostro ufficio.>

<Cazzo. Sai chi è stato?>

<Si e no. So che è stato perché ho fatto delle ricerche su Hobgoblin. So per certo che la sua attrezzatura l’hanno portata qui a San Francisco due balordi che si chiamano Perkins e Buckler. >

<Temo che non ti possano aiutare.  Li hanno trovati morti al porto qualche mese fa [nel numero # 8].>

<Ho saputo anche questo. Ma sono convinta che nel loro fascicolo ci possono essere delle informazioni, un dettaglio che può essermi utile.>

<Mi stai chiedendo di consegnarti copia di un fascicolo della polizia relativo ad un omicidio? Sai che non posso farlo. Sono informazioni riservate. Inoltre, ultimamente i vigilantes mascherati non sono visti molto bene. La tua sola presenza qui potrebbe causarmi parecchi guai.>

<Bree, ti prego.  Abbiamo collaborato tantissime volte in passato, sai di poterti fidare di me. Posso dare la caccia a quel bastardo e fermarlo.>

Sabrina rimase a riflettere per qualche secondo: infrangere il regolamento o aiutare una vecchia amica? Il suo animo era diviso in due. La donna aveva fama di dura e inflessibile, ma come aveva appena sottolineato la Donna Ragno, aveva già collaborato con giustizieri mascherati, inclusi (per un breve periodo) gli X-Men.

Sospirò, poi le disse:

<Domani sera, sul tetto della centrale. Alle undici. >

<Grazie. Sei la migliore.>

<Si, come no. Ora va.>

La salutò e la vide planare verso l’alto: anche la cinica tenente si era sempre chiesta, come chiunque,  che sensazione si provasse a poter volare. Sebbene non lo desse a vedere, l’aveva sempre invidiata per quella sua capacità.

 

Black Cat Club.

 

Se quello che volete quando siete a San Francisco è rilassarvi sentendo buona musica, questo è il posto che fa per voi: è un locale vecchio stile, con musicisti jazz che suonano dal vivo. Il nome del locale deriva dal nomignolo del suo apparente proprietario, Edward Lavender, sopranominato “Cat” per via di alcuni suoi talenti, ma questa è un informazione nota a pochi. Jessica Drew però è tra questi. Avvolta in un permeabile e indossando degli occhiali da sole entrò nel locale cercando di non farsi notare, occupando il bancone. Edward le andò incontro come per prendere la sua ordinazione.

<Cosa le porto, signorina?>

<Coleridge.>

<Con ghiaccio o senza?>

<Spiritoso. Voglio parlare con Max. Digli che lo aspetto dove ci siamo visti l’ultima volta. Lui sa a cosa mi riferisco.>

<E chi devo dire che lo cerca?>

Come risposta Jessica fece brillare la punta delle dita grazie al suo potere di emettere scariche paralizzanti.

 

Il posto era il tetto dell’ospedale St. Anthony. Anni fa Jessica Drew lottò tra la vita e la morte mentre era ricoverata qui ... o meglio, mentre il suo corpo lo era: la sua anima si trovava in un piano mistico contesa in una battaglia contro Morgana Le Fay [1].  Al temine della sua lotta i suoi poteri sembravano scomparsi ma Jessica era felice di essere ancora viva e aveva deciso di ritirarsi dalla vita di supereroina. Ma la vita a volte fa degli strani giri, i suoi poteri di ragno s’erano ripristinati e lei era tornata a combattere il crimine. La città nel frattempo si era riempita di nuovi criminali, ma anche di nuovi eroi: il Ragno Rosso era quello che riempiva maggiormente le pagine dei giornali con le sue imprese. Lui e Jessica avevano consolidato una bella amicizia da quando s’era trasferito a Frisco, e non erano poche le volte in cui i due avevano lottato fianco a fianco.

<Sei sicura che il tuo amico verrà?>chiese lui.

<Si. Sudario è un mio vecchio amico. Sono più che certa che non esiterà a darci una mano.>

<Sudario ... lo conosco. O meglio, mi ricordo di lui per via delle memorie che condivido con Peter. Era un tipo inquietante.>

<Mi dispiace che il mio modo di agire vi spaventi. Gli unici che devono temermi sono i criminali.>

Il Ragno Rosso si girò di scatto, spaventato dalla voce che improvvisamente sentiva venire dalle sue spalle.

<Calmati ... è lui.>

<Non potevo crederci quando mi hanno detto di te. Sei tornata in pista. Vieni qui, fatti abbracciare.>

La Donna Ragno e Sudario erano vecchi amici, tra i primi supereroi ad operare a San Francisco. In diverse occasioni i due avevano collaborato insieme. Era evidente che tra i due c’erano stima e affetto reciproci. Sudario era presente, quel giorno, assieme ai Vendicatori, quando Jessica ritornò alla vita.

<Voi due non vi conoscete... Sudario, ti presento il Ragno Rosso.>

I due si strinsero la mano.

<Salve. Ho lavorato con l’Uomo Ragno. Un giustiziere di grande levatura morale e coraggio. Se gli assomigli anche solo la metà di quel che sembra sono certo che sarai un grande alleato.>

<Uh, grazie.> rispose semplicemente Ben.

<Allora, di cosa volevi parlarmi?>

<Si tratta di due vermi uccisi al porto. Perkins e Buckler. Sono andati fino a New York per recuperare l’attrezzatura di Hobgoblin. Se riusciamo a scoprire qualcosa del loro passato, forse possiamo arrivare a lui.>

<Hobgoblin. Se davvero esiste un modo per arrivare a lui non posso non aiutarvi. Vedrò di chiedere in giro quello che c’è da sapere su di loro.>

<Devi stare molto attento, se ti imbatterai in lui> gli rispose il Ragno Rosso  <Mi sono scontrato con lui ed è veramente pericoloso. Inoltre ho motivo di credere che sia sostenuto dal Signore del Crimine.>

<Roba che scotta quindi. Ok, vi farò sapere quello che scopro.>

<Sai dove trovarmi, in caso di notizie.> disse la Donna Ragno.

Sudario fece un cenno con la testa poi sparì tra le ombre dei palazzi.

 

Qualche giorno dopo, in una caffetteria Starbucks.

 

La ricerca s’era rivelata lunga e infruttuosa. Chiunque si nascondesse sotto il cappuccio di Hobgoblin era incredibilmente furbo e non aveva lasciato tracce.

<Senti vorrei che ringraziassi la tua ragazza per aver ospitato Lindsay in quella “casa di accoglienza per donne”.  Da noi non poteva più stare dopo ...quello che è successo nel nostro studio.>

<Non dirlo neppure, Jessica. Vedrai che la tua amica riceverà tutto l’aiuto possibile. Ma è per te che sono preoccupato adesso: forse dovresti riposare un po’ ...>

<Non ho tempo di riposare. Dovresti saperlo bene anche tu, appena appoggio la testa sul cuscino ...>

<.... ti si riempie di cattivi pensieri e la rabbia non ti fa dormire. Si hai ragione, ho passato le stesse cose anch’io, quando capitò a Helen, dio m’è testimone... ma non possiamo continuare così alla cieca. Forse dovremmo fermarci a riflettere. Cosa dice il fascicolo che t’ha passato Bree?>

<Quello che ha ammazzato Perkins e Buckler li conosceva. Loro sono andati da lui su invito, si dovevano incontrare apposta, di certo per vendergli l’attrezzatura di Hobgoblin. Nel corpo di Perkins sono stati ritrovate tracce di OCM.>

<Probabilmente gli avevano detto che avrebbe dovuto utilizzare lui l’arsenale ... e invece l’hanno freddato. E non abbiamo il minimo indizio su chi possa essere il killer?>

<Macchè ... lavoro da professionista. Non ha lasciato nemmeno una traccia, due colpi a bruciapelo ed è sparito senza lasciare una traccia.> disse lei sconsolata.

<Hai ragione Ben, è troppo poco. Siamo in un vicolo cieco. Non ci resta che aspettare che il bastardo faccia un passo falso. Quelli come lui li fanno sempre. Ma abbiamo ancora un’ultima pista da controllare. Non è molto, ma vale la pena provare...>

 

Interludio:

 

Wally Washington Williams detto “3W” è un giovane afroamericano di 21 anni. Di tutti i luoghi dove un normale ragazzo della sua età possa trascorrere il venerdì sera, le fogne di San Francisco sono certamente all’ultimo posto della graduatoria. Ma Wally Washington Williams non è un normale ragazzo. E’ un membro della banda dei Bloods, una delle gang giovanili più violente dell’intera nazione. Non solo, è anche uno dei più brutali. Questa sera, infatti, aveva sfidato da solo ben tre membri della banda rivale dei Crips. S’era calato in questo tombino per sfuggire a loro dopo essere rimasto ferito un uno scontro a fuoco. Mentre percorreva il viscido e maleodorante condotto si era reso conto di essersi sopravvalutato e di aver fatto una cazzata. La spalla sanguinava e gli faceva un male del diavolo. Wally Washington Williams credeva che sarebbe crepato in quella fogna ma il destino aveva altri progetti per lui. Attirato forse dall’odore del sangue, qualcosa che non apparteneva a questa terra stava strisciando verso di lui. Wally non lo sentì arrivare, ma non appena vide quello strano fluido assalirlo lanciò un acuto grido di terrore...

 

Quella sera stessa, a Mission District.

 

<Chi t’ha dato questa soffiata?> chiese il Ragno Rosso.

<E’ solo una voce, ma un piccolo trafficante che conosco dice di aver sentito di un “incappucciato” nei paraggi di questo vecchio casolare abbandonato. Ma dato che abbiamo battuto ogni pista, tanto vale provare anche questa...>

<Già, abbiamo fatto 30, facciamo 31. Andiamo.>

Le due figure scarlatte saltarono sul tetto dell’edificio poi da lì vi entrarono dentro: c’era una finestra sbarrata ma grazie alla loro forza di ragno questa non rappresentava un problema. Dentro era buio pesto, ma dopo qualche secondo i loro occhi si abituarono all’oscurità.

<I miei complimenti Jessica ... la tua rete d’informatori la sa lunga ...>

<Dici che abbiamo fatto centro?>

<Si, ne sono sicuro. Riconosco questa tecnologia, il design... vedi, qualche tempo fa l’arsenale di Goblin fu messo su internet  e  ....>

<Si, Peter mi ha accennato a qualcosa del genere.>

<Dunque lo sai già. Fatto sta che evidentemente Perkins e Buckler hanno venduto anche i progetti. Si sono sicuro, questo è uno dei nascondigli di Hobgoblin! L’abbiamo beccato!>

<Bene allora mettiamoci a cercare... ci dev’essere qualche indizio sulla sua vera identità!>

Cominciarono a rovistare per tutto il laboratorio, presi dall’entusiasmo. Durante le ricerche, il Rosso trovò qualcosa di sospetto.

<Vieni a vedere.... qui ci sono degli appunti, e una cartina. Dev’essere qualcosa d’importante...>

<Fa vedere... è segnato un punto specifico, poco fuori città. Penso si tratti di un obiettivo da colpire.>

<L’ho visto all’opera, sarà un bagno di sangue. Dobbiamo assolutamente ... OW!>

<Che c’è?>

<Il mio senso di ragno... pizzica da impazzire! VIENI VIA!>

Non appena terminò la frase il boato di un’esplosione li investì  in pieno: l’intero edificio saltò in aria. L’incredibile agilità da ragno aveva lasciato il Rosso praticamente illeso ma la Donna Ragno, che evidentemente era più vicina al punto dello scoppio, giaceva a terra priva di sensi. L’onda d’urto l’aveva investita in pieno.

<Mio Dio no... non farmi questo... Jessica!> le sentì il polso: il battito c’era, seppur debole. Stava per prenderla in braccio quando il suo senso di ragno ricominciò a pizzicargli.

<E’ la seconda volta che eviti le mie bombe, Ragno. Sta diventando una fastidiosa abitudine...>

<HOBGOBLIN!>

Furioso il Ragno Rosso spiccò un salto altissimo  verso l’incappucciato sopra l’aliante, che però con una virata riuscì ad evitarlo. Dal guanto di Hobgoblin partirono le consuete raffiche laser indirizzate verso il supereroe che con acrobazie sovrumane schivava i colpi. Uno scenario che fino a pochi anni fa era tipico di New York e che adesso s’era riversato in questa città californiana; anche in mezzo allo scontro, mentre scansava i colpi che questi gli stava lanciando contro, una parte del cervello  di Ben non faceva altro che domandarsi chi diavolo si nascondesse sotto quella maschera.

<E’ ora di morire, Ragno ... non dovevi venire in California!>

Per tutta risposta il Rosso lanciò due delle sue tele e, sfruttandone l’elasticità,  si lanciò come spinto da un’enorme fionda verso Hobgoblin, riuscendo a colpirlo con un gancio. Il folletto accusò il colpo e, una volta udito le sirene della polizia avvicinarsi, decise di abbandonare il combattimento. Il Ragno Rosso cercò di attaccargli una delle sue ragno-spie, ma il suo aliante lo allontanò troppo,  portandolo fuori tiro. Il perché di questa ritirata improvvisa era l’ennesimo mistero che Hobgoblin portava con se. Più tardi Ben ipotizzò  che il suo compito fosse eliminare prove e tracce, e distruggendo il nascondiglio l’aveva svolto con successo, dunque  una lotta con lui e le forze di polizia non lo avrebbe portato a nulla, se non al rischio di venire catturato.... ma questi pensieri li fece dopo: in quel momento pensò che la fuga del suo nemico era un sollievo, dato che gli dava l’opportunità di portare Jessica in ospedale.

 

St. Anthony Hospital. Più tardi.

 

<Beh allora, dimmi ... che si prova a tornare qui?> chiese ironicamente Ben non appena Jessica riprese conoscenza.

<Hanno ridipinto le pareti dall’ultima volta....> sorrise lei.

<I dottori hanno detto che ti riprenderai presto... sono sorpresi dalle tue capacità di recupero.>

<Si ma.... come sono arrivata qui?>

<Il Ragno Rosso ha portato una ragazza rimasta ferita in un incendio.>

<E .. il mio costume?>

<Uh te l’ho tolto io. L’ho fatto per proteggere la tua identità segreta.>

<Immagino che lo spettacolo ti sia piaciuto, vero?> disse lei maliziosamente. Ben arrossì come un ragazzino.

<Tornando seri, cos’ha provocato quell’esplosione?>

<E’ stato lui, Jessica... Hobgoblin. L’avevi beccato. Sei una detective straordinaria. Ma credo che abbiamo fatto scattare qualche allarme entrando nel suo nascondiglio. Ci ha teso una trappola.>

<Avete lottato?>

<Si ma mi è sfuggito; ho preferito ...>

<... portare me in ospedale. Non vorrei sembrarti ingrata, ma forse non avresti dovuto farlo e dovevi inseguirlo. Avevi l’opportunità di catturarlo e di toglierlo per sempre dalle strade.>

<Non al prezzo della tua vita. E comunque non devi preoccuparti ... ho memorizzato quella piantina che abbiamo trovato. Sappiamo dove colpirà. Andrò sul posto e attenderò che colpisca; stavolta sarò io a tendergli un’imboscata.>

<Vorrei poterti aiutare, ma credo che ne avrò per qualche giorno. Non appena accenno a muovermi sento dolore e ...>

<Non sforzarti, pensa a guarire e non pensarci troppo. Hobgoblin è una mia responsabilità. Tu hai fatto la tua parte .... adesso tocca a me.>

Jessica sorrise e sospirò un “tutto suo cugino.”

 

C’erano andati vicini, ma non ce l’avevano fatta. Hobgoblin era fuggito. Era come uno spettro del passato che era tornato dall’inferno per tormentare le sue notti. Ben Reilly vedeva nubi oscure affacciarsi all’orizzonte. Le memorie che condivideva con Peter gli procuravano una sgradevole sensazione di dèjà vu, come in un triste presagio: ricordava la guerra tra bande a New York... Hobgoblin, la Rosa, Kingpin, Testa di Martello... quanto sangue per le strade in quei giorni, quante morti... rientrando a casa il Ragno Rosso giurò che avrebbe fatto di tutto per evitare che quel bagno di sangue si ripetesse  anche a San Francisco. Avrebbe trovato Hobgoblin. Lo avrebbe catturato e avrebbe messo fine a questa nuova guerra tra bande. Era una sua responsabilità. E ogni Parker che si rispetti non prende alla leggera una cosa del genere ....

 

 

Le Note

 

 

Un numero introspettivo, con poca azione, che getta basi importanti sul futuro di questa serie. Non spenderò troppe parole sulla storia, dato che lo farò nei prossimi numeri, voglio invece farlo sugli altri personaggi apparsi in questo numero.

 

Iniziamo dalla co-protagonista di questo numero, la Donna Ragno. Ci vorrebbero intere pagine e non poche righe per narrare nei dettagli la storia di questa eroina tanto popolare negli anni 70 e finita in disuso per anni. Nell’ultimo numero della sua serie personale la Donna Ragno, grazie al mago Magnus, andò indietro nel tempo, all’epoca di Artù, per fermare Morgana le Fey. Tornata ai giorni nostri, il suo spirito non riuscì più a congiungersi con il suo corpo, rimanendo praticamente morta. Per non far soffrire tutte le persone a lei care per la sua dipartita, Jessica chiese a Magnus di fare un incantesimo che cancellasse dalla memoria di chiunque l’avesse conosciuta la sua presenza. La Donna Ragno così scomparse per sempre da questo mondo, lasciando i lettori con l’amaro in bocca. Fu Roger Stern, un mago della continuity, a risolvere la questione: in una storia dei Vendicatori (in Italia su CAEIV 25 ed. Star Comics) i Vendicatori, aiutati dal Dottor Strange, combatterono Morgana le Fey impedendole di impossessarsi del corpo di Jessica e permettendo all’anima della donna di rientrare nel suo corpo e tornare a vivere. Un effetto collaterale della cosa fu che Jessica perse i suoi poteri, ma nonostante questo la ragazza tornò a fare la detective privata in quel di San Francisco. La Marvel da lì a poco creò una nuova Donna Ragno, la rossa Julia Carpenter, ora nota con nome di Aracne. Lo staff MarvelIT anticipò Bendis facendole tornare i poteri e riportandola in azione ben prima di New Avengers.

 

Nel suddetto episodio dei Vendicatori ad aiutarli per la salvezza di Jessica c’era anche Sudario, l’altro personaggio apparso in questo episodio: al secolo Max Coleridge, da bambino vide i suoi genitori venire uccisi e decise di dedicare la sua vita a vendicarli combattendo il crimine. Come? Quest’origine vi ricorda qualcosa? Dovrebbe, dato che lo scrittore Steve Englehart, quando lo inventò sulle pagine di Super Villain Team Up #7 nel lontano 1976 si ispirò volutamente al celebre Batman della DC Comics, definendo il suo personaggio  un incrocio tra il Cavaliere Oscuro e l’eroe dei pulp magazine Uomo Ombra (the Shadow). Sudario, addestrato dal misterioso "Culto di Kalì" ha appreso un'ottima conoscenza delle arti marziali e una "visione mistica" che gli permette di vedere il mondo attorno a lui nonostante la sua cecità. A causa di un bizzarro incidente, ha ottenuto il potere di manipolare la Forza Oscura, che gli permette di emanare una sorta di nebbia nera come l'inchiostro, priva di luce, in grado di far sprofondare i propri avversari nelle tenebre. Agisce a San Francisco e sovente appariva sulle pagine della serie Spider Woman intento ad aiutare la nostra eroina. Potete leggere le sue avventure sulle pagine della serie Marvel Knights curata dal nostro EIC Carlo Monni.

 

Infine, non credo che necessiti presentazioni Frank Castle, il Punitore: veterano del Vietnam che vide la sua famiglia uccisa durante un regolamento tra mafiosi, la sua guerra al crimine contro la malavita è nota a tutti i Marvel fan. Una curiosità: originariamente, nelle mie intenzioni (come sanno i lettori di Luke Cage MiT’s, dove avevo anticipato il suo arrivo) su queste pagine avrebbe dovuto apparire il folle vigilante noto come Americop, la cui missione e modus operandi ricordano molto quelle del Punitore. Poi però ho pensato che dato il legame che lega il nostro Frank con i Ragni (la sua prima apparizione avvenne proprio sulle pagine di Amazing Spider Man # 129 del 1974) e dato che avevo voglia di scrivere il personaggio, ho preferito sostituire i due, mettendo Castle in mezzo a questa guerra di bande.

 

E per adesso è tutto. Nel prossimo numero: Hobgoblin, Damon Dran, il Punitore... e il Ragno Rosso preso nel mezzo. Non mancate!

 

Carmelo Mobilia.